Articoli di Giovanni Papini

1955


in "Schegge":
Il sottinteso degli ammiratori
Pubblicato in: Il nuovo Corriere della Sera, anno LXXX, fasc. 294, p. 3
Data: 11 dicembre 1955


pag. 3




   Il mondo, ch'è pieno d'orgogliosi, è anche pieno d'ammiratori. Svanisce il mistero quando si scopre che l'ammirazione è il modo più nobile e pudico d'affermare la superiorità di colui che ammira.
   L'anime taccagne — cioè povere — s'immaginano che ammirare sia un riconoscer sè come inferiori e che per mostrarsi alti bisogna veder tutto basso. Non sanno, nella loro guercità, che diminuire gli altri è impicciolire se stessi e che uno dei modi per farsi ricchi nello spirito è quello di regalare agli altri.
   Chi ammira dice, senza dirlo, così: io sento la tua grandezza dunque son grande anch'io, perchè soltanto i pari s'intendono. Ho avuto da te una gioia e una gioia, con la mia ammirazione, ti restituisco: anche qui siamo pari. Se non avessi un'anima capace di sentire quel che hai espresso non potrei ammirarti, dunque il mio spirito è uguale al tuo e, s'è uguale, potrà, domani, fare altrettanto e forse più. Appunto perchè ti ammiro mi affermo; perchè ti riconosco alto m'inalzo e partendo dalla tua altezza spero d'oltrepassarti.


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